Valorizzare in chiave turistica e commerciale il tema della longevità in Sardegna, attraverso un’azione di marketing territoriale che punti a rendere il benessere ambientale, gli stili di vita, le abitudini alimentari e i prodotti dell’agroalimentare come qualcosa di unico e legato alla Blue Zone della Sardegna, nella fattispecie l’area dell’Ogliastra, in collegamento con le altre quattro esistenti nel mondo.

Da tempo all’attenzione di scienziati, media e opinione pubblica di tutto il mondo, quest’area famosa per l’alto numero di centenari ancora in vita, è al centro di studi e analisi su come trasformare questa particolare caratteristica della popolazione in un volano economico e di sviluppo capace di creare ricchezza e di frenare anche il fenomeno dello spopolamento dei piccoli paesi, proprio quelli in cui la longevità sembra avere un peso maggiore rispetto ai centri di maggiori dimensioni.

Lo spiega bene anche Fabrizio Galezzi, esperto di Organizzazione aziendale e Projet Management, che immagina il Marketing Territoriale applicato soprattutto ai piccoli borghi, che stanno soffrendo del fenomeno dell’abbandono dei centri abitati. “Se noi riuscissimo a pensare che un cittadino del piccolo borgo non solo rimanga, ma attragga anche altri potenziali cittadini, allora il Marketing Territoriale potrebbe essere certamente considerato una leva per lo sviluppo contro l’abbandono dei piccoli centri”.

“In un secondo momento – sottolinea Galeazzi – pensiamo al turismo. Il turismo viene dopo. Nel momento in cui quella località ha un patrimonio turistico da offrire, allora possiamo pensare al turismo. Ma il Marketing Territoriale non è fatto solo per il turismo, tanto è vero che facciamo una distinzione tra Marketing Territoriale e Marketing Turistico”.

Nel caso dell’Ogliastra, epicentro della Blue Zone, è proprio la longevità il perno intorno al quale è possibile costruire un’azione di marketing che vada su direttrici diverse e che sfrutti anche l’immagine di uno dei luoghi al mondo in cui si vive più a lungo.  ovvero che offre le maggiori speranze di vita alla nascita. Questo è dovuto in minima parte a fenomeni genetici (25%) e per lo più a fattori ambientali, a stili di vita e abitudini alimentari (75%).

L’obiettivo è fornire ai visitatori, soprattutto quelli provenienti dall’estero, senza ovviamente trascurare gli importanti flussi nazionali, un’esperienza unica che non si limita al semplice prodotto turistico, che dal punto di vista commerciale ha comunque un’efficacia limitata, ma un’esperienza che coniuga elementi di attrattività che sono presenti soltanto in cinque zone del mondo. Non una semplice vacanza ma un modo di vivere, uno stile di vita appunto, che è capace di attrarre investimenti, nuove residenze e nuove opportunità di sviluppo di un territorio incentrato non solo sulle evidenti bellezze naturalistiche ma anche sulle varie dimensioni della qualità della vita in Ogliastra.

Un esempio? Non produco, commercializzo e compro un formaggio solo è perché è buono. Lo compro perché è il cibo dei centenari, perché è sano, perché fa parte dell’alimentazione di chi ha uno stile di vita che punta al benessere. Questo, ovviamente, vale per tutta la filiera dell’agroalimentare capace di rispondere a determinati requisiti.

Ecco, l’azione di marketing territoriale della Blue Zone della Sardegna può davvero trasformare l’Ogliastra in un luogo capace di competere con i mercati nazionali e internazionali, anche grazie a due elementi che possono trasformare questa zona in una nuova Silicon Valley: l’innovazione e la trasformazione digitale. (G.M.)

Foto di Romolo Eucalitto

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