Abusivismo edilizio, disastri ambientali e politici |
Editoriale | |||
Martedì 13 Novembre 2012 08:51 | |||
In tempi di berlusconismo imperante questo era un mantra e se guardiamo i dati sulle costruzioni abusive si arriva a cifre da capogiro - oltre duecentocinquantamila case abusive per un giro di affari di quasi 20 miliardi dal 2003 al 2011 - ma oggi si è tutti d'accordo che l'andazzo deve finire e il governo sembra voler finalmente adottare il metodo della tolleranza zero. Tutti ma non in Sardegna. Qui il regno di Bengodi è ancora in vigore. Proprio pochi giorni fa la commissione urbanistica della Regione Sardegna ha approvato, con la presenza determinante della minoranza che ha garantito il numero legale, una legge - “disposizioni urgenti per contrastare i disagi sociali e la tensione abitativa” - che ha un unico obiettivo: evitare la demolizione di migliaia di costruzioni abusive. A parte la comicità del titolo, colpisce che il fatto che il proponente sia uno dei proprietari di una villa abusiva non sembra aver particolarmente turbato la truppa dei consiglieri regionali in commissione, nonostante che il clima politico generale sia tutt'altro che favorevole a questi colpi di mano. Basterebbe guardare il blog di un quotidiano sardo che è stato intasato da una valanga di commenti indignati contro il provvedimento. E se anche è vero che fra gli abusivi ci sono tanti poveracci che vi hanno investito i risparmi di una vita, quelli che davvero vivono in “tensione abitativa”, le foglie di fico di tanti furbi, come la mettiamo con tutti quelli che hanno rispettato la legge? Come al solito i sardi onesti sarebbero cornuti e mazziati se è vero che tra l'altro questa legge impegna 600 milioni di euro del bilancio regionale (art. 6 della legge), cioè di tutti i sardi, per le urbanizzazioni. Quello che tutti sperano è che in Consiglio ci possa essere un soprassalto di dignità e che il provvedimento venga accantonato.
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Ultimo aggiornamento Martedì 13 Novembre 2012 08:55 |